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FUNDRAISING PER LE UNIVERSITÀ

L'energia del fundraising a sostegno delle UNIVERSITà. Scopri come fare fundraising per le UNIVERSITà.

Università e fundraising

Le università nella maggior parte del mondo sono tra i principali attori di fundraising sia per quanto riguarda la quantità e la qualità delle azioni di raccolta fondi sia per l’entità dei fondi. Eppure in Italia, sotto questo aspetto, sono ancora ampiamente ferme al palo. I ricavi del 5 per mille sono poca cosa rispetto agli istituti di ricerca non profit e rarissime sono le associazioni di alumni che svolgono con regolarità ed efficacia azioni di raccolta fondi. Pochi gli investitori privati in progetti di ricerca scientifica e tecnologica.

Eppure le Università potrebbero occupare uno spazio molto rilevante nel fundraising, dal momento che sono posizionate in modo strategico su alcuni temi nodali quali la produzione di nuovi talenti e la ricerca scientifica. Settori nei quali vi sono non poche aree ed esperienze di eccellenza a livello mondiale.

Fundraising per le Università: un settore in grande sviluppo

Per la Scuola di Fundraising di Roma il settore del fundraising per le Università rappresenterà nei prossimi anni in Italia un terreno di grande sviluppo, sul quale bisognerà concentrare impegno professionale ma anche istituzionale e manageriale se si vuole che gli atenei italiani siano all’altezza delle sfide della competizione globale e anche delle sfide sociali e culturali del paese.

Peraltro in Italia esistono molte forme di agevolazione per chi sostiene con liberalità ed investimenti le Università, ma sono largamente sottoutilizzati perché poco conosciuti e poco promossi dagli atenei. Inoltre il mercato della raccolta fondi per le Università ha una dimensione internazionale che dovrebbe spingere molti atenei a cercare potenziali filantropi oltreoceano grazie ad alcune peculiarità che altre università al mondo non hanno. Eppure pochissime Università pubbliche sono presenti all’estero con azioni di raccolta di fondi.

Un’esperienza ormai avviata

La Scuola di Fundraising di Roma sta sviluppando e implementando da tempo programmi di progettazione del fundraising universitario e concreti start up attraverso la formazione e la consulenza. In particolare:

  • Formazione dei dirigenti e degli operatori delle biblioteche universitarie, con numerose edizioni di corsi specifici promossi insieme al SUM del Politecnico di Milano svolti a Milano, Venezia, Roma, Palermo, Modena/Reggio Emilia.
  • Formazione dei dirigenti dei servizi di placement e orientamento al lavoro svolta in collaborazione con Italia Lavoro (Napoli, 2016).
  • Progettazione e realizzazione di campagne pluriennali di fundraising di Atenei a livello nazionale e internazionale che comprendono analisi, pianificazione, comunicazione promozionale, istitutional & capacity building, assistenza al management, valutazione.

Il ruolo essenziale delle Università per i nuovi fundraiser

Ma le Università possono svolgere un ruolo essenziale anche nella formazione di nuovi fundraiser.

In Italia sta crescendo il bisogno di fundraising e quindi la richiesta di figure professionali qualificate. Ma sono ancora pochissimi i corsi di laurea o anche semplici insegnamenti in fundraising. Da questo punto di vista la Scuola di Fundraising di Roma ha elaborato specifici programmi di formazione da inserire nelle attività didattiche universitarie. E questi corsi di formazione al fundraising spesso si rivelano un’occasione per gli stessi atenei di incamerare competenze e conoscenze.

Un modo intelligente per fare fundraising nelle Scuole: Alternanza Scuola/lavoro

I progetti di alternanza scuola/lavoro, che la “Riforma la Buona Scuola 2015” ha previsto anche per i Licei, è una modalità validissima da utilizzare affinché gli Istituti Scolastici si avvicinino al fundraising, dando tra l’altro agli studenti un ruolo centrale perché all’interno della loro scuola si intraprenda un percorso che contribuisca a diffondere nell’Istituto, e non solo, la cultura del fundraising.

Se l’Alternanza Scuola-Lavoro intende fornire ai giovani, oltre alle conoscenze di base, quelle competenze necessarie a inserirsi nel mercato del lavoro alternando ore di studio ad ore di formazione in aula ed ore trascorse anche all’interno di contesti aziendali, allora perché non inserire il fundraising tra le tematiche lavorative?

Questa considerazione nasce dall’esperienza avuta a marzo 2016 con il Liceo Classico Statale F. Vivona di Roma, un progetto di formazione e assistenza sul fundraising rivolto ai ragazzi del 3°anno, all’interno del percorso Alternanza Scuola Lavoro, secondo quanto previsto dalla legge 107 del 2015.

È stato proprio il dirigente scolastico del Liceo a voler sperimentare con il suo Istituto il percorso lavorativo del fundraising.

Il dirigente scolastico ha basato la sua scelta su due elementi:

  1. La possibilità di offrire ai suoi studenti, tra i diversi progetti attivati nel Liceo per il percorso Alternanza Scuola/Lavoro, quello sul fundraising, tematica decisamente nuova per il suo Istituto e in generale per questo genere di percorsi scolastici.
  2. La possibilità di usufruire del fundraising “subito”, utilizzando un progetto già in corso presso il Liceo, ossia di far diventare la biblioteca scolastica un Bibliopoint, a fronte di un precedente accordo tra il Liceo e l’Istituto Biblioteche di Roma.

Di là della volontà e intuizione del dirigente scolastico, c’era una questione da affrontare a monte: far sì che i ragazzi avessero elementi sufficienti per decidere se partecipare o meno al progetto. La questione non era di poco conto, se consideriamo il fatto che il tema del fundraising non era affatto conosciuto all’interno dell’Istituto tra il corpo docente, meno che mai tra ragazzi di 16 anni.

Unica condizione era quella di parlare ai ragazzi del progetto, descrivendone l’obiettivo e l’approccio che avremmo utilizzato, con la finalità prioritaria di lasciare sui ragazzi la convinzione che si sarebbe trattata di un’esperienza lavorativa utile per il futuro ma anche divertente per il presente.

L’itinerario progettuale ha avuto come obiettivo concreto quello di organizzare un evento in ottica fundraising, promuovendo il Bibliopoint presso il Liceo e cercando durante l’evento stesso, di avere quante più sottoscrizioni possibili di BiblioCard.

Durante le sessioni laboratoriali i ragazzi hanno potuto sperimentare l’utilità di avere un metodo di lavoro e verificare che conoscere il fundraising è sinonimo di saper analizzare i dati a disposizione, di sapersi e doversi necessariamente organizzare in quanto lavoro di gruppo e di saper e dover comunicare, sfruttando le informazioni raccolte e soprattutto utilizzando la propria creatività e quegli strumenti (social) che ormai fanno parte del loro quotidiano!